La Mesopotamia in mostra: un viaggio virtuale tra le collezioni di Torino e Firenze

Storia delle collezioni

Musei Reali di Torino - Museo di Antichità (MAT)

La storia della collezione mesopotamica di Torino si snoda tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, attraverso doni, scambi e acquisizioni che riflettono i legami tra il Piemonte e l’Oriente. Nasce nel 1847, quando il console ed esploratore Paolo Emilio Botta dona alla città due sculture provenienti da Khorsabad, l’antica capitale assira da lui riportata alla luce. Con l’arrivo di Ernesto Schiaparelli alla direzione del Regio Museo di Antichità nel 1894, la raccolta vive una nuova stagione di crescita, culminata nel 1921 con l’acquisto di centinaia di tavolette cuneiformi e un lotto sigilli. Oggi è la più grande collezione italiana di reperti dell’Asia Occidentale antica.

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Museo Archeologico Nazionale di Firenze (MAF)

La collezione di reperti del Vicino Oriente antico conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze ha avuto origine da un piccolo nucleo di sigilli presenti nel gabinetto dei Medici-Lorena, ma è stata intenzionalmente avviata solo nel 1897, quando Luigi Milani acquistò 27 sigilli cilindrici dall’agente Antonio Dazzi. All’inizio del XX secolo, ulteriori sigilli furono ottenuti da Creta e dalla Grecia, riflettendo i legami con le missioni archeologiche italiane. Un momento chiave si verificò negli anni '30 con la spedizione italiana in Mesopotamia, guidata da Giuseppe Furlani e Doro Levi. Sebbene gli scavi a Qasr Shamamuk (identificata con l’antica Kilizu, una città assira situata nell’attuale Kurdistan iracheno) furono di breve durata, essi portarono alla collezione del museo un gruppo significativo di antichità del Vicino Oriente acquistate a Baghdad.

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