La Mesopotamia in mostra: un viaggio virtuale tra le collezioni di Torino e Firenze

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    La tavoletta e l’involucro sono stati scritti in lingua sumerica durante la terza dinastia di Ur (2112-2004 a.C.) e, in particolar modo, durante l’anno 40 (“Anno dopo l’anno in cui il tempio di Puzriš-Dagan fu costruito”) del sovrano Šulgi (2094-2047 a.C.).
    La tavoletta era originariamente rinchiusa all’interno di questo involucro di argilla che, fortunatamente, si è conservato anche se danneggiato. I reperti provengono da Adab e recano l’impronta del sigillo di un ufficiale di nome Urpamura (“Ur-Ašgi, governatore di Adab, Urpamura, scriba, tuo servo”).
    Del suo sigillo, sull'involucro sono rimaste poche tracce della scena di presentazione: si intravedono una figura divina (probabilmente femminile) seduta e una figura in piedi, le cui sembianze però sono poco riconoscibili.
    La tavoletta registra assegnazioni di tessili ad alcune categorie di lavoratori come le lavoratrici o i portatori; l’involucro riporta il totale dei tessili menzionati nel documento.
    Questo reperto è stato acquistato sul mercato antiquario, insieme a molti altri, da Doro Levi e Giuseppe Furlani mentre si trovavano a Baghdad nel 1930.
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    La tavoletta è scritta in cuneiforme sumerico ed è databile alla terza dinastia di Ur (2112-2004 a.C.) e, in particolar modo, all’anno 46 (“Anno in cui Kimaš fu distrutta”) del sovrano Šulgi (2094-2047 a.C.). È un testo amministrativo proveniente dall’antica città di Umma e registra il pagamento in argento di arretrati di un individuo di nome Inim-Šara che di professione faceva l’ingrassatore di animali. Il pagamento avviene grazie a Ur-Nisaba che consegna l’argento a Dadaga.

    A sigillare il documento, attestandone la veridicità, è Ur-Šara del cui sigillo sono visibili il cartiglio che recita "Ur-Šara, scriba, figlio di Lugalušur" e alcune figure della scena di presentazione del sigillo. Infatti, si distinguono la figura di un dio seduto su seggio con schienale con terminazione a ricciolo e piccola figura di leona al di sotto e, a destra della legenda, quella del proprietario del sigillo, in piedi in posizione di devoto.
    Il reperto è stato acquistato da Doro Levi e Giuseppe Furlani sul mercato antiquario, come dimostra una lettera del 1930 che Levi inviò al direttore del museo, elencando gli acquisti effettuati a Baghdad.
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    Sigillo a cilindro con scena di adorazione del funzionario Remanni-ili
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